Gabriella Galt è uno pseudonimo preso in prestito dalle pagine palermitane dell’album di famiglia dell’autrice. Nata a Catanzaro che c’era ancora un bel po’ di Novecento, (soprav)vive a Roma dacché l’estate romana era appena cominciata e pareva dovesse non finire mai. Sociologa del lavoro, esperta di politiche di genere, del lavoro e sociali, una carriera varia e a tratti brillante, è al momento ricercatrice presso un istituto di ricerca sociale. Qui è alla sua prima pubblicazione letteraria e ai suoi primi omicidi. Ha una figlia, Gloria-di-mamma, creatura meravigliosa che svolge egregiamente anche funzioni di vanto e alleluia, della quale si affanna a esser degna.