Non avrete il mio odio
di Antoine Leiris
Collana
Le storie CorbaccioEAN
9788867001859Pagine
128Formato
ebook
ALL'INDOMANI DELLA STRAGE AL TEATRO BATACLAN DI PARIGI,
UN UOMO RIMASTO VEDOVO SCRIVE UNA LETTERA AI TERRORISTI.
«Se ciò che chiamiamo Occidente ha un senso, questo senso palpita nelle parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.»
Massimo Gramellini
«Non avrete il mio odio» sono le parole di Antoine Leiris che il 17 novembre 2015 - all’indomani degli attentati di Parigi e della morte della moglie al Bataclan – Facebook ha diffuso nel mondo intero. Leiris, rimasto vedovo con un bimbo di diciassette mesi, prosegue in questo libro il «diario» di quei giorni. Le sue sono parole molto misurate - private e non politiche -, parole sobrie che travalicano l’evento in sé e che raccontano un lutto atroce, i mprovviso, il senso di perdita, il legame vitale con il figlio e i suoi timori per lui, lo smarrimento, il nuovo modo di dover guardare al mondo. È l’istantanea di un dolore, in questo sta la sua forza, quella di un uomo disarmato contro l’orrore (da qualsiasi parte provenga) eppure capace di ragionare e di esprimerlo.
UN UOMO RIMASTO VEDOVO SCRIVE UNA LETTERA AI TERRORISTI.
«Se ciò che chiamiamo Occidente ha un senso, questo senso palpita nelle parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.»
Massimo Gramellini
«Non avrete il mio odio» sono le parole di Antoine Leiris che il 17 novembre 2015 - all’indomani degli attentati di Parigi e della morte della moglie al Bataclan – Facebook ha diffuso nel mondo intero. Leiris, rimasto vedovo con un bimbo di diciassette mesi, prosegue in questo libro il «diario» di quei giorni. Le sue sono parole molto misurate - private e non politiche -, parole sobrie che travalicano l’evento in sé e che raccontano un lutto atroce, i mprovviso, il senso di perdita, il legame vitale con il figlio e i suoi timori per lui, lo smarrimento, il nuovo modo di dover guardare al mondo. È l’istantanea di un dolore, in questo sta la sua forza, quella di un uomo disarmato contro l’orrore (da qualsiasi parte provenga) eppure capace di ragionare e di esprimerlo.