Solitudine digitale
di Manfred Spitzer
Collana
Corbaccio BenessereEAN
9788867002078Pagine
340Formato
ebook
DALL’AUTORE DI «DEMENZA DIGITALE» UN LIBRO DI CUI HANNO PARLATO TUTTI I MEDIA
Smartphone, videogiochi, internet, Facebook, la rete nella sua accezione più ampia sta prendendo sempre più posto nelle nostre vite. Le ricadute positive sono costantemente propagandate dai media e dai produttori di user technology: maggiore accesso alle informazioni, possibilità di istituire relazioni con persone lontane, addirittura realizzazione di una democrazia diretta. Ma Spitzer, da neuropsichiatra e neuroscienziato, studia gli effetti delle nuove tecnologie sul cervello umano e in questo libro lancia un allarme serissimo sui pericoli per la salute nostra e dei nostri figli. Come il fumo, come l’alcol, anche l’uso delle tecnologie digitali presenta dei rischi elevati. E non solo negli abusi conclamati, come il cyberbullismo e il cybermobbing, ma proprio nell’uso quotidiano: Smartphone, videogiochi e social creano dipendenza, modificano le capacità intellettive del nostro cervello, danno vita a patologie sociali e invece di collegarci al resto del mondo, rischiano di inibire le nostre capacità di approfondire, di socializzare, di intrecciare relazioni, di amare. Il mare magno della rete finisce per essere una trappola in cui ciascuno di noi è sempre più solo.
Smartphone, videogiochi, internet, Facebook, la rete nella sua accezione più ampia sta prendendo sempre più posto nelle nostre vite. Le ricadute positive sono costantemente propagandate dai media e dai produttori di user technology: maggiore accesso alle informazioni, possibilità di istituire relazioni con persone lontane, addirittura realizzazione di una democrazia diretta. Ma Spitzer, da neuropsichiatra e neuroscienziato, studia gli effetti delle nuove tecnologie sul cervello umano e in questo libro lancia un allarme serissimo sui pericoli per la salute nostra e dei nostri figli. Come il fumo, come l’alcol, anche l’uso delle tecnologie digitali presenta dei rischi elevati. E non solo negli abusi conclamati, come il cyberbullismo e il cybermobbing, ma proprio nell’uso quotidiano: Smartphone, videogiochi e social creano dipendenza, modificano le capacità intellettive del nostro cervello, danno vita a patologie sociali e invece di collegarci al resto del mondo, rischiano di inibire le nostre capacità di approfondire, di socializzare, di intrecciare relazioni, di amare. Il mare magno della rete finisce per essere una trappola in cui ciascuno di noi è sempre più solo.